- Io sono come quei vecchi orologi che hanno il meccanismo frastornato, non c’è modo di metterlo a posto né di aggiustarlo. Accostati alla parete, con la loro forma di bara, mettono alla prova i migliori orologiai. Nella cassa di quegli orologi ci sono polvere e ragnatele, e tra due pesi di piombo ineguali, appesi a delle corde nere, un pendolo dorato, che è come il cuore del meccanismo che fa tic tac, tic tac, senza stancarsi. Anche se camminano, questi orologi vanno avanti o indietro, e quando arriva il momento di suonare le ore, si lanciano con un rumore terribile in sonori rintocchi, e invece di suonare il quarto d’ora suonano la mezz’ora, e quando devono suonare le dodici suonano l’una.
Questi rintocchi insoliti sembrano stupire l’orologio stesso da cui provengono, e tutto ciò che lo circonda, e i mobili e i quadri pare debbano guardarsi l’un l’altro straniti e sarcastici, e farsi un occhiolino beffardo e confidenziale.